La chirurgia della calvizie rappresenta oggi uno dei trattamenti maggiormente richiesti dai pazienti di sesso maschile, ma anche femminile.
Gli elevati livelli di stress, una dieta scarsamente bilanciata, squilibri ormonali ed altri fattori, tra cui ovviamente quelli genetici (motivo per cui si parla di alopecia androgenetica), comportano un quadro sempre più diffuso di calvizie. Sebbene miti del cinema e non solo sfoggino anche con una certa disinvoltura un’alopecia incipiente, ancora oggi il desiderio di una chioma fluente trova continui proseliti.
Quali sono i motivi della calvizie?
Le motivazioni che sono alla base della perdita di capelli sono molteplici. Intervengono sia fattori genetici, sia ambientali, ormonali, dismetabolici, ecc
Può essere sufficiente una terapia consigliatami dal parrucchiere?
Molto spesso i primi ad accorgersi di un’iniziale caduta dei capelli sono proprio i parrucchieri, in quanto abituati a “maneggiare” i nostri capelli, nonché a stressarli. E’ dunque normale che i primi a suggerire o talvolta proporre terapie mirate siano proprio loro. Tuttavia, è sempre bene rivolgersi ad un medico professionista per poter così accedere a terapie maggiormente validate sotto il profilo scientifico, per cui è richiesta una prescrizione medica.
Posso seguire la stessa terapia per alopecia prescritta ad un mio amico?
Il nuovo trend che si registra nel trattamento dell’alopecia androgenetica è la prescrizione di terapie mirate al singolo paziente e che dunque possono non valere per tutti. Una terapia personalizzata è basata innanzitutto sull’anamnesi, in cui si raccolgono informazioni riguardo alle abitudini di vita, eventuali calvizie in famiglia, ecc. Infine oggigiorno si può effettuare persino uno studio del DNA del singolo paziente, in base a cui si può proporre la terapia più idonea, in base all’espressione di determinati geni responsabili della calvizie. Siamo ormai ad un approccio 2.0 e che fino a pochi anni fa sembrava fantascienza
È vero che i pazienti affetti da alopecia androgenetica sono più virili?
Certamente nella alopecia androgenetica si trova come attore importante il testosterone, ormone che nella sua forma attiva costituisce un elemento determinante nella definizione dei caratteri sessuali maschili (peli, barba, ecc). Tuttavia, la calvizie non è tanto da ricollegare ad elevati livelli di testosterone, quanto ad una maggiore suscettibilità dei capelli del soggetto alla sua azione. Con buona pace dei pazienti calvi…
Ho sentito parlare di PRP: funziona?
Il PRP, acronimo di Platelet Rich Plasma (ovvero Plasma Ricco in Piastrine), costituisce una metodica di medicina rigenerativa basata su un prelievo di sangue da cui, dopo determinati trattamenti, si ricava un concentrato di piastrine e fattori di crescita. Questi rappresentano una sorta di integratore naturale, che viene iniettato in sede, con l’obiettivo di aiutare i follicoli piliferi a sopravvivere e mantenere/guadagnare vigore e spessore. I risultati sono talvolta buoni, ma sono soggettivi. Rappresenta una metodica sicura, se eseguita in centri autorizzati. Ovviamente condizione necessaria è che i bulbi piliferi siano presenti: pertanto una zona glabra non potrà beneficiare di questo tipo di trattamento, cui va preferito un trapianto.
È sempre necessario ricorrere al trapianto?
Il trapianto di capelli rappresenta una soluzione al problema della calvizie. Tuttavia, ci sono condizioni per cui questo può rappresentare l’ultimo step per ottenere un ulteriore miglioramento o in cui patologie di base, una volta trattate, possono talvolta mostrare un buon riscontro anche in assenza di terapia chirurgica.
Il trapianto è doloroso?
La chirurgia delle calvizie non è di per sé dolorosa, tanto che generalmente si ricorre alla sola anestesia locale per eseguirla. Tuttavia, trattandosi di interventi tendenzialmente della durata di alcune ore, può essere necessario per il paziente cambiare più volte posizione, alla ricerca di quella più confortevole. Nei centri più specializzati il paziente viene letteralmente coccolato: gli vengono concesse pause per alimentarsi, svagarsi, ecc. Tutto ciò fa capire come oggi la paura del dolore possa essere facilmente superata
Cicatrici del trapianto?
Come ogni procedura chirurgica, anche nel trapianto di capelli esistono delle cicatrici. Tuttavia, mentre in passato residuava una cicatrice in sede occipitale lunga ed antiestetica, le tecniche più moderne di cui disponiamo oggi, consentono di limitare le cicatrici ad una serie di puntini a livello della sede di prelievo
È sempre necessario eseguire più sedute di trapianto?
La necessità di ricorrere a più sedute di trapianto di capelli si ravvede nel momento in cui il paziente desideri implementare ulteriormente il numero di innesti di unità follicolari dopo il primo trapianto, a patto che le condizioni locali della sede di prelievo lo consentano. Questo generalmente avviene dopo almeno 6-8 mesi dal trapianto. Tuttavia, sottoporsi ad ulteriori sedute di trapianto non è assolutamente una regola, quanto una possibile opzione.
Novità riguardo al trapianto di capelli?
Parlando di trapianto di capelli, è bene innanzitutto precisare che si fa sempre riferimento ad unità follicolari, gruppi di 1-5 capelli, che vengono trasferiti da una regione più folta (es. occipitale) ad una meno (es. frontale). Il trapianto di capelli veniva un tempo eseguito mediante la tecnica FUT, in cui si asportava una losanga di cute dalla regione occipitale, da cui si ricavavano unità follicolari che venivano poi trapiantate. Questa metodica comportava una cicatrice residua di circa 15-20 cm in regione occipitale. Una rivoluzione per ciò che concerne il prelievo dei capelli è stata rappresentata dalla tecnica FUE, in cui le unità follicolari venivano direttamente estratte dalla zona donatrice. Ciò ha comportato l’abbandono di una lunga cicatrice nella zona di prelievo, a favore di multiple cicatrici puntiformi.
La più recente tecnica introdotta invece, che prende il nome di DHI, è un’evoluzione della precedente. Dopo aver ulteriormente ridotto le dimensioni delle cicatrici puntiformi del prelievo, ha combinato questo all’abbandono di incisioni a livello dell’area donatrice, in quanto le unità follicolari vengono impiantate direttamente mediante una sorta di ago. E’ una tecnica recente, meno traumatica delle precedenti, ma richiede un team affiatato. Viene eseguita solo in centri specializzati e da personale altamente qualificato.
Il dottor D’Ettorre, visto il suo percorso formativo in Turchia, dedito soprattutto ad importare in Italia la tecnica DHI, è stato insignito del titolo, a valenza mondiale, di “esperto nel trapianto dei capelli” dal prestigioso International Accreditation group. Ad oggi è tra i pochi europei ad aver ricevuto questa qualifica.