I capelli, un tempo ascritti alla semplice sfera della termoregolazione, oggigiorno assumono sempre di più significati anche di tipo culturale, religioso, sociale ed antropologico. Sono infatti un elemento comunicativo esteriore assai importante. Per questo motivo, la caduta di capelli può rappresentare un problema estetico con notevoli implicazioni in multipli ambiti della vita umana, innanzitutto relazionale e psicologica.
A livello del cuoio capelluto i capelli sono raccolti in gruppetti di 1-5 capelli, che definiscono le cosiddette unità follicolari (sono queste che vengono trasferite in caso di trapianto).
Normalmente ognuno di noi perde una media di 70-100 capelli al giorno! Questi però vengono sostituiti da nuovi nell’ambito di un naturale ciclo di vita del capello, in cui questo attraversa tre distinte fasi:
- Fase anagen, fase di crescita del capello – dura fino a 10 anni (circa 80% dei capelli)
- Fase catagen, fase di involuzione del capello – dura fino a 3 settimane (circa 1% capelli)
- Fase telogen, fase di riposo, dura fino a 4 mesi (circa il 20% dei capelli)
Ovviamente la durata di ciascun ciclo è soggettiva e varia in base al sesso.
- ALOPECIA
Sebbene dunque abbiamo visto esista un turnover dei capelli, ad un certo punto della vita, questo ciclo può interrompersi e cedere il passo all’alopecia, la cui forma più comune è l’alopecia androgenetica. Questa colpisce circa fino all’80% degli uomini e al 50% delle donne, presentandosi in maniera e tempistiche differenti a seconda dei soggetti.
Esiste dunque un’alopecia androgenetica maschile, ma anche l’alopecia androgenetica femminile con pattern clinici definiti nell’ambito delle scale di Norwood – Hamilton e Ludwig.
L’Alopecia androgenetica è legata alla sensibilità (su base genetica) del capello all’azione degli ormoni androgeni (diidrotestosterone), da cui il nome di alopecia androgenetica, più che alla loro maggiore produzione, come solo di rado si osserva.
Suddetti ormoni sono responsabili dell’assottigliamento e diradamento dei capelli.
Altre cause possono essere:
- Infettive (es. tifo)
- Cicatriziali
- Alimentari (es. carenze di oligoelementi, ferro, proteine,…)
- Psicologiche (es. stress)
- Ormonali (es. tireopatia)
- Farmacologiche (es. farmaci antitumorali)
- Autoimmuni
- Ecc…
- DIAGNOSI ALOPECIA
La diagnosi di alopecia passa attraverso alcuni punti salienti:
- Anamnesi
- Prima visita
- Esami ematochimici e strumentali
- Test genetici (in casi selezionati)
In merito al diradamento dei capelli, nel momento in cui ci troviamo davanti un paziente con sospetta alopecia androgenetica, è certamente necessario approfondirne il quadro anamnestico per ricercarne una predisposizione familiare o identificarne possibili cause.
Il momento della prima visita è dirimente. Non solo consente di inquadrare meglio il/la paziente, anche mediante esami strumentali e test specifici, ma anche di definire insieme a lui/lei, il trattamento più idoneo al suo caso. Ricordiamo che nelle fasi iniziali di alopecia, il diradamento non è clinicamente apprezzabile se non con test e studi adeguati, che ne consentono dunque un’identificazione ed un trattamento precoci.
Soprattutto nel sospetto di alopecia a cause alimentari od ormonali può risultare utile eseguire degli esami ematochimici ad hoc.
In alcuni casi, può risultare utile eseguire test genetici atti a definire una terapia personalizzata dell’alopecia.
1.2 TERAPIA DELL’ALOPECIA
1.2.1 TERAPIA NON CHIRURGICA
Nell’ambito dei trattamenti non chirurgici dell’alopecia androgenetica, distinguiamo sia quelli di tipo medico con medicazioni da applicare a livello topico o assumere oralmente, sia quelli mininvasivi. E’ utile sottolineare come spesso è la combinazione di più trattamenti a conferire i risultati migliori.
1.2.1.1 TERAPIA MEDICA
Nell’ambito della terapia medica si riconoscono alcuni farmaci il cui utilizzo è ormai consolidato:
- Minoxidil: trattamento topico mirato ad implementare la vasodilatazione del cuoio capelluto. Contrasta la miniaturizzazione del capello e di conseguenza ne rallenta la caduta
- Finasteride: trattamento orale e/o topico basato sull’inibizione dell’enzima responsabile dell’attivazione del testosterone, ormone coinvolto nell’eziopatogenesi dell’alopecia androgenetica
- Integratori: utili specie in caso di stati carenziali. E’ buona norma comunque sempre condurre uno stile di vita sano, seguendo una dieta equilibrata e rinunciando a fumo e alcol.
- Preparazioni galeniche ad personam: in base al quadro anamnestico e clinico è possibile prescrivere allestimento di preparazioni galeniche che consentono di realizzare composizioni specifiche per ciascun paziente. Questa opzione è attuata soprattutto in seguito ad approfondimenti diagnostici mediante test genetico.
1.2.1.2 TRATTAMENTI MINI-INVASIVI
In merito ai trattamenti mininvasivi dell’alopecia androgenetica facciamo in particolare riferimento a metodiche medico-chirurgiche rigenerative iniettive: PRP, polinucleotidi, innesti di tessuto adiposo.
1.2.1.2.1 PRP
Il PRP (acronimo di Platelet Rich Plasma – letteralmente, Plasma Ricco in Piastrine) è una metodica basata sul prelievo del sangue periferico del paziente. Il sangue viene processato e successivamente iniettato a livello del cuoio capelluto. Il PRP ha conosciuto un boom nell’ultimo periodo ed un utilizzo in più campi. La presenza di un’alta concentrazione di fattori di crescita comporta un prolungamento della fase Anagen ed induce lo sviluppo e la crescita del follicolo pilifero. Avendo il PRP un ruolo nello stimolare la riparazione tessutale, trova indicazione anche in fase pre e post-trapianto.
1.2.1.2.2 POLINUCLEOTIDI
I polinucleotidi sono sostanze sintetiche determinano una biostimolazione di recettori presenti a livello del bulbo pilifero che determinano la produzione di fattori di crescita atti a mantenere più a lungo la fase Anagen, ovvero di crescita del capello. Similmente al PRP, trova indicazione anche in fase pre e post-trapianto.
1.2.1.2.3 LIPOFILLING
Un’altra metodica mini-invasiva è basata sull’innesto di tessuto adiposo (lipofilling), prelevato mediante una mini liposuzione superficiale attraverso sottilissime cannule. La quantità richiesta è esigua e si attua un’aspirazione superficiale in maniera tale da recuperare cellule staminali adipose, come nel caso del nanofat. Ciò consente dunque non tanto di acquisire cellule adipose utili a conferire aumenti volumetrici, quanto cellule staminali con proprietà rigenerative e dunque di stimolazione tessutale.
Nell’ambito delle metodiche non chirurgiche infine annoveriamo la tricopigmentazione, mirata a conferire l’immagine di un apparente rinfoltimento dei capelli rasati mediante utilizzo di macchinari e pigmenti specifici simili a quelli utilizzati per i tatuaggi.
1.2.2 TRAPIANTO DI CAPELLI
Il trapianto di capelli rappresenta certamente il trattamento dai risultati più certi e duraturi. E’ basato sul trasferimento di unità follicolari da regioni dove queste sono presenti in maggior quantità (es. regione occipitale) verso regioni che ne sono sprovviste o ne possiedono meno (es. regione fronto-parietale). Il trapianto di capelli convenzionalmente inteso è dunque una forma di autotrapianto, perché i capelli trasferiti sono del soggetto medesimo.
Oggigiorno tuttavia, specie in quei casi in cui l’autotrapianto non sia percorribile, si è andato progressivamente affermando una forma di trapianto di capelli non chirurgico. Questo viene effettuato servendosi di protesi vere e proprie: capelli di donatore, bonificati, che vengono collocati ad una base, un patch cutaneo, che attraverso speciali colle, ne consente la perfetta aderenza al cuoio capelluto.
1.2.2.1 AUTOTRAPIANTO DI CAPELLI (TRAPIANTO DI CAPELLI CHIRURGICO)
Il trapianto di capelli, o meglio, l’autotrapianto di capelli ha subito notevoli cambiamenti negli ultimi anni, pur prevedendo in tutte le tecniche, il trasferimento di unità follicolari (contenenti da 1 a 5 capelli) da una regione donatrice ad una ricevente. Un tempo si eseguiva mediante la tecnica FUT, in cui si asportava una losanga di cute dalla regione occipitale da cui si ricavavano unità follicolari. L’esito di questa tecnica era una cicatrice residua di circa 15-20 cm in regione occipitale. Un’evoluzione più recente di questa tecnica, con l’obiettivo di ridurne l’entità delle cicatrici è rappresentata dalla tecnica FUE, in cui si effettua direttamente l’estrazione delle singole unità follicolari dalla zona donatrice. Il risultato è dunque non più una lunga cicatrice a livello della zona donatrice, ma diverse piccolissime cicatrici puntiformi. In entrambi i casi tuttavia vengono praticate incisioni di alcuni millimetri con bisturi a livello della zona ricevente.
La tecnica invece che ha visto la luce negli ultimi anni prende il nome di DHI, in cui i capelli vengono impiantati a livello della zona ricevente mediante piccolissime incisioni puntiformi praticate con una sorta di ago. Risponde soprattutto all’esigenza di eseguire l’intervento mantenendo capelli lunghi nell’area ricevente. Richiede un team affiatato e tempi maggiori. Viene eseguita solo in centri specializzati e da personale altamente qualificato.
Il Dr D’Ettorre ha eseguito con profitto un lungo training in Turchia ed attualmente è uno dei pochi chirurghi europei ad essere riconosciuto come “esperto in trapianto di capelli” dalle autorità turche.
1.2.2.2 TRAPIANTO DI CAPELLI NON CHIRURGICO (PROTESI CON PATCH CUTANEE)
Esistono casi come l’alopecia totale, l’alopecia cicatriziale, o il semplice desiderio del paziente con scarsa densità di unità follicolari anche nella zona donatrice di ottenere un risultato che porti ad una notevole densità di capelli. E’ in questi casi che si può valutare un trapianto non chirurgico: protesi di capelli veri altrui collocate ad un patch cutaneo che viene fatto aderire al cuoio capelluto. Possono essere totali, utilizzabili anche in donne o uomini sotto chemioterapia ad esempio, ma anche protesi parziali, utili a colmare solo aree limitate (es. il vertice). Sono presidi medico-chirurgici, hanno un’aderenza notevole al cuoio capelluto, per cui resistono anche a trazioni e possono essere tranquillamente lavati come fossero i propri capelli, pur necessitando di bonifiche periodiche.